Tel.+39 049 8830675

E-mail: info@unicarve.it

ZOOTECNIA BOVINA DA CARNE: IL MINISTRO CENTINAIO SI OPPONGA ALLE TRATTATIVE CON GLI USA

5 Settembre 2018

COMUNICATO STAMPA – Legnaro, 4 settembre 2018 – Che senso ha che Phil Hogan chieda un mandato al Consiglio europeo per negoziare con gli Stati Uniti la revisione della quota di importazione delle carni bovine dall’America, se poi dichiara che non ci saranno variazioni dei quantitativi? – questa la domanda che si pone Fabiano Barbisan, Presidente di Unicarve e del Consorzio L’Italia Zootecnica – a fronte della notizia diffusa dal Commissario Ue.
Spero che il Ministro Centinaio intervenga al Consiglio europeo, per bloccare qualsiasi proposta di aumento del contingente, anzi – ha detto Barbisan – vista la situazione della zootecnia bovina da carne in Italia, sarebbe quanto mai opportuno ridurlo, per evitare la concorrenza da Paesi dove l’uso degli estrogeni è consentito, mentre in Italia ed Europa è da codice penale.
Spero anche che il Ministro Centinaio approfondisca, per modificarla, la decisione (2014/44/UE) del Consiglio Europeo del 28 gennaio 2014, relativa alla “conclusione de! protocollo d’intesa sottoposto a revisione con gli Stati Uniti d’America concernente l’importazione di carni bovine provenienti da animali non trattati con alcuni ormoni di crescita e i dazi maggiorati applicati dagli Stati Uniti a determinati prodotti dell’Unione europea”, poiché l’Articolo 6 viola quanto previsto dai Regolamenti 1760/2000 e 653/2014 in materia di etichettatura della carne, visto che la carne “non estrogenata” potrebbe arrivare nel nostro Paese con la dicitura (e già arriva) “carne bovina di alta qualità”, quando in Italia una dicitura del genere non è ammessa nemmeno per la Piemontese o la Marchigiana.
Ho chiesto un incontro al Ministro Centinaio, che si è tenuto la delega per la zootecnia bovina da carne – conclude Barbisan – per potergli presentare il nostro progetto di Piano carni Bovine Nazionale, unico strumento per sviluppare la zootecnia bovina da carne prodotta in Italia e per combattere l’importazione di carni dall’estero che, in termini di sicurezza alimentare, benessere animale ed uso dei farmaci, sono anni luce distanti dal sistema di allevamento italiano.
Giusto per ricordare che in Italia una bistecca su due è straniera e se ai nostri allevatori non saranno riconosciuti i costi di produzione dei bovini (vedere i dati sul sito Ismea), gli allevamenti chiuderanno e, con essi, anche i le aziende di macellazione, che diventeranno delle grandi celle frigorifero per importare e vendere la carne estera.

FacebookTwitterGoogle+Condividi